P.I.S.A.: capiamo davvero quello che leggiamo?

A partire dal 2000, ogni tre anni l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) svolge un’indagine sulle competenze degli studenti che stanno per completare il ciclo dell’obbligo scolastico.

All’ultima valutazione, nel 2018, hanno partecipato 79 Paesi con 600 mila studenti. In Italia ha sostenuto le prove un campione di 11.785 quindicenni, in rappresentanza del più di mezzo milione di studenti di questa età. L’indagine successiva si sarebbe dovuta tenere nel 2021, ma è stata posticipata al 2022, a causa delle difficoltà create dal Covid-19.

L’ indagine si chiama PISA che sta per “Programme for International Student Assessment” (Programma per la valutazione internazionale dello studente) e serve per valutare la preparazione degli studenti ad affrontare la vita adulta. Gli ambiti (o domini) principali che vengono valutati sono lettura, matematica e scienze.

I risultati vengono utilizzati per valutare la qualità del sistema scolastico di ogni Paese e spesso orientano le decisioni prese dai governi in ambito didattico. Questo è, per esempio, accaduto in Giappone, Svezia, Danimarca, Norvegia e Germania dopo lo shock provocato dalla pubblicazione dei risultati della prima indagine, svolta nel 2000.

L’OCSE è un’organizzazione gestita e finanziata da 37 stati membri che sono tra le nazioni più industrializzate del mondo e promuove crescita e sviluppo basato sul libero mercato. Il programma PISA è diventato nel tempo un caposaldo delle sue attività.

In questo video, un TED talk tenuto nel 2012 dal responsabile del programma ne sono illustrati obiettivi e risultati.

Il video è corredato di sottotitoli italiano (tradotti da Anna Cristiana Miroli).
Per attivarli, cliccare sul bottone in basso a destra.

Non mancano le critiche al programma, come quelle illustrate da circa 80 accademici di tutto il mondo, in una lettera aperta ad Andreas Schleicher pubblicata da The Guardian nel 2014.

Ovviamente, le critiche sono condivisibili, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze che i risultati possono avere sulla pianificazione didattica di un Paese. Il PISA rimane comunque un indicatore informativo dei livelli di competenze.

Nel 2018 i quindicenni italiani hanno raggiunto buoni risultati in matematica, con un miglioramento straordinario rispetto a quelli della prima edizione del 2000. In scienze, la maggioranza ha raggiunto punteggi sotto la media, con pochissime eccellenze (solo il 3% in confronto con la media OCSE del 7%). Ma è nelle abilità di lettura che i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno mostrato le maggiori debolezze.

I risultati PISA-OCSE (qui quelli relativi al 2018) mostrano che i quindicenni fanno fatica a destreggiarsi tra le innumerevoli informazioni che li raggiungono, anche tramite i social, con il rischio di non individuare bufale e fake news. E fanno soprattutto fatica a distinguere tra fatti e opinioni. Purtroppo è probabile che queste difficoltà si risconterebbero anche tra gli adulti.

Su Cittadinanza Informata affronterò queste criticità con report, attività, test e quiz utili a migliorare le nostre capacità di comprensione del testo e in particolare di distinguere i fatti dalle opinioni.

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