Una passeggiata nella Costituzione: # 5
Una Costituzione è la legge fondamentale di uno Stato, alla quale tutte le altre devono conformarsi.
Dopo aver visto il linguaggio con il quale è scritta la Costituzione italiana, quali sono le caratteristiche delle Costituzioni e in particolare quelle della Costituzione Italiana e i princìpi che l’hanno ispirata, qui abbiamo esaminato la sua struttura. Vediamo ora in questo report se è possibile modificarla e se questo è stato fatto.
Abbiamo detto che la Costituzione italiana è rigida, cioè che per modificarla è necessario un iter più complesso di quello che occorre per una legge ordinaria. Questo iter è detto “procedura aggravata” . Questo non significa che la Costituzione italiana non possa essere modificata. Infatti lo è stata. Ma quante volte, quando e come?
La procedura aggravata
L’iter per modificare la Costituzione è regolato dall’art. 138 della stessa. La ragione dell’inserimento in Costituzione è che non si voleva che potesse essere stravolta con procedure simili a quelle delle leggi ordinarie (con semplice approvazione del Parlamento, dopo il passaggio a tutte e due le Camere, quella dei Deputati e il Senato) come era successo allo Statuto albertino durante il fascismo.
La procedura funziona così:
per essere approvata, una legge che modifichi la Costituzione (detta legge costituzionale) deve essere approvata non solo due, ma quattro volte. Bisogna che l’approvino sia la Camera dei deputati sia il Senato per due volte a distanza di tre mesi. Se, alla seconda votazione, la legge viene votata almeno dai due terzi dei votanti in ciascuna Camera (maggioranza qualificata), la legge passa. Se, invece, si raggiunge solo la maggioranza assoluta, cioè la metà + 1 dei votanti, prima di essere promulgata può essere sottoposta a referendum popolare. Entro tre mesi, il referendum può essere richiesto da:
- 500.000 elettori oppure da
- un quinto dei componenti di una Camera oppure da
- cinque Consigli regionali
Se nessuno richiede il referendum la legge viene promulgata (come tutte le leggi, dal Presidente della Repubblica).
Quante volte?
Dalla sua entrata in vigore, il primo gennaio del 1948, la Costituzione è rimasta immutata fino al 1963. Da allora al 2021 è stata modificata 18 volte.
Quando?
La Costituzione è stata modificata 2 volte negli anni 1963, 1999 e 2001 e una volta nel 1967, nel 1989, nel 1991, nel 1992, nel 1993, nel 2000, nel 2002, nel 2003, nel 2007, nel 2012 , nel 2020 e, infine, nel 2021.
Una sola volta, nel 2006, la legge costituzionale è stata sottoposta a referendum popolare ma non è stata approvata.
Come?
Nella maggioranza dei casi, le leggi costituzionali proposte sono state approvate, con procedura aggravata, con il solo doppio passaggio alle Camera e senza che venisse richiesto il referendum.
Si è tenuto il referendum quattro volte:
- nel 2001: la legge costituzionale è stata approvata;
- nel 2006: la legge è stata respinta, quindi la Costituzione non è stata modificata;
- nel 2016: la legge è stata respinta, quindi non la Costituzione non è stata modificata;
- nel 2020: la legge è stata approvata.
Che cosa?
Questa lunga tabella mostra tutte le modifiche della Costituzione, anno per anno, dal 1963 al 2021.
Viene indicata la materia sulla quale si è intervenuti e fornito il link alla relativa legge costituzionale (fonte: Governo italiano Presidenza del Consiglio dei Ministri). Si può effettuare una ricerca per anno, materia o articolo e visualizzare il testo della legge costituzionale che ha modificato quello originale.
ANNO | ARTICOLI | MATERIA | TESTO NUOVA LEGGE |
---|---|---|---|
1963 | 56, 57 e 60 | Numero dei Parlamentari; Durata della legislatura | L.Cost. 2/1963 |
1963 | 57 e 131 | Istituzione Regione Molise; Elezione del Senato a base regionale | L. Cost. 3/1963 |
1967 | 135 | Corte costituzionale | L.Cost. 2/1967 |
1989 | 96, 134 e 135 | Procedimenti per reati (tra cui quelli di cui sono accusati Presidenti della Repubblica e del Consiglio e i Ministri) | L.Cost. 1/1989 |
1991 | 88 | Regolamentazione dello scioglimento delle Camere nel "semestre bianco" | L.Cost. 1/1991 |
1992 | 79 | Amnistia e indulto | L.Cost. 1/1992 |
1993 | 68 | Immunità parlamentare | L.Cost. 3/1993 |
1999 | 121, 122, 123 e 126 | Elezione del Presidente della Giunta regionale e autonomia Regioni | L.Cost. 1/1999 |
1999 | 111 | Giusto processo | L.Cost. 2/1999 |
2000 | 48 | Circoscrizione elettorale Estero | L.Cost. 1/2000 |
2001 | 56 e 57 | Numero dei Parlamentari italiani eletti all'estero | L.Cost. 1/2001 |
2001 | Titolo V: modifiche e abrogazione articoli 115, 124, 125 comma 1, 128, 129 e 130 | Forma di governo e competenze delle Regioni | L.Cost. 3/2001 |
2002 | XIII disposizione transitoria e finale | Membri e discendenti di Casa Savoia | L.Cost. 1/2002 |
2003 | 51 | Pari opportunità di genere | L.Cost. 1/2003 |
2007 | 27 | Abolizione della pena di morte | L.Cost. 1/2007 |
2012 | 81 | Pareggio in bilancio | L.Cost. 1/2012 |
2020 | 56, 57 e 59 | Riduzione del numero dei Parlamentari | L.Cost. 1/2020 |
2021 | 58 | Riduzione dell'età degli elettori del Senato da 25 a 18 anni | L. Cost 1/2021 |
Quali articoli possono essere modificati?
Praticamente tutti, tranne l’articolo 139, che stabilisce che la forma repubblicana non può essere cambiata. In linea di massima, però, non si intendono modificabili neppure i 12 Principi fondamentali, che costituiscono i “limiti impliciti“, cioè coincidono con i «principi supremi dell’ordinamento costituzionale», come ribadito in una sentenza della Corte costituzionale del 1988.
Cambierà ancora?
Probabilmente sì. Ci sono programmi elettorali per le elezioni politiche del 2022 che lo prevedono. C’è persino stata la proposta di modificare l’articolo 9. Inoltre, l’Italia ha bisogno di riforme e alcune di queste implicheranno forse altre modifiche alla Costituzione. Personalmente, e nonostante i limiti posti dalla sentenza citata sopra e da quelle a cui si richiama, ritengo auspicabile la modifica del termine “razza” nell’articolo 3 . Una modifica costituzionale in questo senso è già stata proposta in Germania.
Magari il termine “razza” potrebbe essere sostituito da “etnia“. Ma di questo parleremo un’altra volta…