Habitat: com’è e come cambia?

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Primo lunedì di ottobre. L’undicesimo obiettivo dell’Agenda 2030 è: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.


Il primo lunedì di ottobre (quest’anno il giorno 3) è il giorno scelto dall’ONU per celebrare la Giornata mondiale dell’habitat. L’interesse dell’ONU in questo caso non è sull’habitat in senso lato, o su quello animale, ma si concentra sugli insediamenti umani e, in particolare, sull’urbanizzazione.

Più della metà della popolazione umana del pianeta vive nelle città, che sono opportunità di crescita e di sviluppo ma, al contempo, devono affrontare problematiche demografiche, sociali e ambientali.

Secondo il rapporto del programma Habitat dell’ONU, nel 2021 ci sono stati circa 163 milioni di nuovi poveri negli insediamenti urbani. Per questo, la sfida del 2022 deve affrontare le conseguenze delle 3 C: Covid-19, clima e conflitto.

Per fare la nostra parte, noi proponiamo di cominciare con l’osservare il nostro habitat per saperlo descrivere e confrontare con quello di altre persone.

Che cosa abbiamo a disposizione, che cosa manca?

In secondo luogo, impariamo a notare i cambiamenti. Che cosa c’è oggi che non c’era un mese fa?

Apriamo bene gli occhi e per tutto il mese di ottobre riflettiamo sul luogo in cui viviamo e se e come sta cambiando. Si possono svolgere attività come annotare su un diario quanto tempo impieghiamo nel tragitto tra casa e scuola e che cosa vediamo ogni giorno intorno a noi, notando i cambiamenti. Hanno aperto un nuovo cantiere? Stanno ristrutturando qualche casa? Ci sono lavori in corso? Rallentano il traffico? Come sono le persone che vediamo? Com’è l’aria che respiriamo?

Ogni insegnante potrà creare le attività più adatte alla propria classe. Un’iniziativa che a noi pare promettente è quella di ISeeChange, una comunità social di cittadini attenti ai cambiamenti.

Può essere anche intesa come un’aula virtuale nella quale ciascuno può pubblicare le proprie osservazioni su come il cambiamento climatico sta modificando l’area in cui vive e segnalare rischi e pericoli.

Come funziona ISeeChange?

wild animal in city photo

  • Si crea un account (gratuito): occorre indicare un indirizzo mail mentre il numero di telefono è opzionale. Ci si geolocalizza con un indirizzo (ad esempio quello della scuola).
  • Si pubblica la propria osservazione su un particolare del luogo in cui viviamo che ci desta preoccupazione. Può essere un tratto del manto stradale dissestato, un argine a rischio di rottura, gli effetti di una forte pioggia… Oppure possiamo segnalare la presenza di animali selvatici, come volpi o cinghiali, in un insediamo umano. Queste osservazioni sono dette “sightings” (“avistamentos” in spagnolo). I contributi migliori sono costituiti da foto commentate. Ovviamente, si può pubblicare in italiano.
  • Con la pubblicazione si dà inizio al dibattito.

Le istruzioni sono disponibili in inglese e in spagnolo. Si trovano qui.

Se l’iniziativa si diffondesse anche in Italia, le amministrazione pubbliche disporrebbero di segnalazioni utilissime, raccolte da quelli che si possono chiamare “cittadini giornalisti“, una categoria che, secondo noi, vale la pena di far crescere e di cui avremo presto di nuovo occasione di parlare.

Vogliamo provarci?

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