Forse perché, come dice Luca, ho una “mente tassonomica”, mi piace conservare le cose in modo preciso. Questo vale anche per le lezioni che preparo.
Mi piace anche suggerirlo ai miei studenti. Ecco perché uso in classe quello che io chiamo il “quaderno interattivo“.
Deve durare per tutto l’anno (e magari anche di più). Si può usare un quaderno grande a quadretti oppure un raccoglitore per fogli mobili. Il secondo è più costoso ma anche più pratico e versatile.
L’idea è quella di conservare in un unico posto sia le spiegazioni che le attività relative a quelle spiegazioni.
La pagina di destra si usa per gli appunti della lezione, cioè le informazioni fornite dall’insegnante (l’input). Quella opposta (a sinistra) è l’output dello studente, cioè la pagina sulla quale elaborerà attivamente l’input per mezzo di mappe concettuali, diagrammi di Venn, disegni, tabelle di dati, grafici, modelli…
Ecco un esempio:

Io consiglio di far numerare le pagine e di avere una pagina indice (all’inizio o alla fine). Lascio il mio a disposizione degli studenti nel caso perdano una lezione.
Per alcune attività possono occorrere matite colorate o evidenziatori (meglio dei pennarelli che “passano sotto”), nastro adesivo, post-it o clips. In quella che offro qui sotto (per scaricare il pdf, cliccare sul pulsante Scarica e accettare le condizioni di utilizzo) sono sufficienti forbici e colla.
L’output è un modello della fotosintesi clorofilliana nella foglia. Le pagine 3 e 4 del file vanno distribuite. Gli studenti ritaglieranno e assembleranno i vari elementi. Di solito occorrono circa 45 minuti per completarla.
Può essere la base di partenza per altri argomenti, come la respirazione delle piante e per la realizzazione di esperimenti.
Per scoprire che cosa succede quando la luce non c’è o è poca, come in inverno. Oppure che fine fa il glucosio prodotto dalla fotosintesi. O per provare a rispondere ad altre domande che verranno in mente… Non c’è limite alla curiosità…
Buon lavoro!