Kit di studio sul whisteblowing e sul libro di Andrea Franzoso #disobbediente! Essere onesti è la vera rivoluzione.
Che cosa può fare un dipendente che viene a conoscenza di una pratica illecita nell’azienda pubblica in cui lavora? Una tangente pagata, un’irregolarità in un appalto, un conflitto di interessi, un caso di corruzione? Certamente può decidere di voltare la testa da un’altra parte, di ignorare la questione, di far finta di niente. Per interesse personale, per un avanzamento in carriera o anche semplicemente per quieto vivere. Ed è quello che hanno fatto in molti per molto, troppo tempo.
Andrea Franzoso ha scelto di diventare un whistleblower e ha scritto una storia diversa.
La racconta in due libri e in questa intervista a Bel tempo si spera, condotto dalla giornalista Lucia Ascione di TV2000.
DOMANDE SUL VIDEO:
- Perché Andrea sceglie di non denunciare in forma anonima?
- Che cosa è successo ai colleghi di Andrea che sapevano e non hanno denunciato?
- Come si sono comportati i colleghi nei confronti di Andrea?
- Andrea è stato licenziato o ha lasciato il lavoro volontariamente? Perché?
- Andrea è rimasto senza lavoro e ha ricevuto offerte per entrare in politica. Lo farà? Perché?
- Che lavoro svolgeva Andrea al momento di questa intervista?
ATTIVITA’ CREATIVE:
- Andrea dice che alcuni colleghi avevano la “coda di paglia”. Conosci questa espressione? In questo articolo ne sono spiegati il significato e l’origine. Prova a scrivere un breve racconto di 300-500 parole nel quale il protagonista ha la “coda di paglia”.
- Andrea dice che non fare nulla perché tanto le cose non cambiano è autoassolutorio, cioè serve a giustificare la nostra passività. Ricordi un caso nella tua vita in cui hai utilizzato questo tipo di processo, cioè hai trovato una scusa per non agire, tanto sarebbe stato inutile? Raccontalo in un un breve testo.
- Nel suo libro, Andrea scrive: “Spesso siamo complici più o meno inconsapevoli di condotte che a parole disapproviamo”. Porta gli esempi degli episodi di razzismo e dei casi di bullismo: chi assiste non fa nulla perché “non lo riguarda” e lui “non ha fatto niente”. Commenta questa frase di Tucidide, citata da Andrea:
Il male non è soltanto di chi lo fa, ma anche di chi, potendo impedirlo, non fa nulla per impedirlo.
LA VICENDA:
GLI ACRONIMI NELLA STORIA DI ANDREA
Un acronimo è un’abbreviazione creata con le iniziali di un termine, come, ad esempio, FNM per Ferrovie Nord Milano, l’azienda per la quale lavorava Andrea Franzoso. Gli acronimi si usano molto nei media. Negli articoli di cronaca giudiziaria si trovano acronimi come PM, GIP e GUP, dei quali ci siamo occupati in questo report.
Anche nella storia di Andrea se ne trovano alcuni. Verifica se li sai sciogliere con questo set di flashcard:
PER CAPIRNE DI PIU’:
In questo video della 7 sono ricostruite le spese pazze della famiglia Achille, pagate dalla Ferrovie Nord Milano, l’azienda pubblica di cui era presidente il padre, Norberto e riportate alcune intercettazioni tra padre e figli.
PER DISCUTERE:
Ci sono in questa vicenda dei figli e dei padri. Quello di Andrea sembra essersi pentito del tipo di educazione che ha impartito al figlio. L’altro padre è Norberto Achille, che lo stesso Andrea descrive come una vittima delle pretese e dei capricci dei figli. Che cosa credi che un padre debba trasmettere ai figli? Pensi che i valori dell’onestà e della coerenza possano trasformarsi in un boomerang e rovinare la vita di un figlio? Sull’altro versante, come può un padre riuscire a opporsi alle pretese dei figli che lo portano a commettere atti illeciti? Credi che Norberto Achille sia una vittima? Perché?
IL WHISTLEBLOWING:
Andrea ha denunciato un furto di beni pubblici: ha quindi “soffiato nel fischietto” per attirare l’attenzione su un’attività illecita. Questo si chiama “whistleblowing”, qui spiegato in un video di Transparency International Italia:
Whistleblowing è una parola inglese che termina con la desinenza -ing. Ecco come si pronuncia:
In questo report di cittadinanza informata, tutto ciò che c’è da sapere sulle parole inglesi che terminano in -ing.
IL WHISTLEBLOWER:
Come abbiamo visto, il whistleblower è la persona che segnala e denuncia i comportamenti illeciti, cioè i reati commessi nell’azienda in cui lavora. Si tratta di un termine inglese (di difficile pronuncia). Nel suo libro, Andrea ci dice che non c’è un termine corrispondente in italiano. “I vocaboli o i modi di dire comunemente usati per definire chi segnala ingiustizie hanno tutti una accezione negativa: delatore, spione, talpa, gola profonda, informatore, sicofante, infame…”. Secondo Andrea, si tratta di un segno di un problema culturale: “…finché chi soffia nel fischietto non diventerà un modello positivo, un esempio da imitare, non troveremo un termine accettato e condiviso da tutti”.
Sei d’accordo? Quale termine useresti tu per descrivere chi denuncia un abuso, un illecito, un’ingiustizia?
LA LEGGE CHE TUTELA IL WHISTLEBLOWER:
Nel 2015, quando Andrea Franzoso denunciò, non esisteva una legge che lo proteggesse e impedisse ai suoi datori di lavoro di discriminarlo e di trasferirlo a un incarico di minor responsabilità e impegno, cioè di demansionarlo. Questo trattamento spinse Andrea all’isolamento e quindi alla decisione di lasciare l’impiego. Oggi questa legge c’è. Si tratta della legge è la Legge 30 novembre 2017, n. 179, “Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”.
La nuova legge è un’aggiunta ad una norma approvata nel 2001 che indica le “norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze pubbliche” del “Testo Unico sul Pubblico Impiego” (TUPI). L’articolo aggiunto è il 54bis.
Prevede che un dipendente – incluso anche quello delle aziende che hanno ricevuto appalti dalla Pubblica amministrazione (PA) – che denuncia condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del suo rapporto di lavoro non può essere – a causa di tale segnalazione – soggetto a sanzioni, licenziato o sottoposto a misure ritorsive che abbiano effetto sulle condizioni di lavoro; ciò non vale per segnalazioni che diano luogo a calunnia o diffamazione ovvero ad accertamento della responsabilità civile e nei casi di dolo o colpa grave: se emergesse la mancanza di buona fede, il segnalante sarebbe passibile anche di licenziamento senza preavviso.
Il controllo è affidato all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). Così funziona il suo sistema di segnalazione.
Ecco come il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, valuta l’operato di Andrea Franzoso:
“Andrea Franzoso incarna alla perfezione l’archetipo del vero whistleblower: disinteressato e mosso soltanto dalla coscienza civica, ha anteposto l’interesse collettivo a quello personale, tanto da correre perfino il rischio di perdere il lavoro, come poi in effetti è accaduto.”
A questo URL si trova l’ultimo rapporto dell’ANAC sulle segnalazioni ricevute nell’anno 2019, con infografiche utili per un confronto con gli anni precedenti e quindi sull’andamento dell’attività di whistleblowing negli enti pubblici italiani.
E QUESTA VOLTA C’È UN LIETO FINE:
Come abbiamo visto, Andrea Franzoso, isolato e demansionato alle Ferrovie Nord Milano, decide di licenziarsi. Rimane senza lavoro per molti mesi. Sulla sua vicenda compaiono articoli sul Sole 24 ore e su il Fatto Quotidiano. Segue un’intervista con Emanuele Bellano, giornalista di Report. Comincia a ricevere messaggi di incoraggiamento, soprattutto da genitori e insegnanti. Marco Lillo, direttore della casa editrice PaperFIRST gli propone di raccontare la sua storia in un libro, che verrà presentato il 12 ottobre 2017 a Palazzo Madama, sede del Senato italiano. Sono presenti Pietro Grasso, presidente del Senato, Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC, e Milena Gabanelli, allora ancora autrice e conduttrice di Report, che presenta il libro.
Al termine della presentazione, Andrea viene avvicinato da Cinzia Monteverdi che gli offre di assumerlo come autore e conduttore televisivo per la piattaforma Loft, dell’editoriale del Fatto Quotidiano. Andrea ha raccontato su Loft le storie di altri “disobbedienti”.
Ma la storia finisce con un colpo finale: nel settembre del 2018, tre anni dopo la sua denuncia, mentre Andrea sta visitando una scuola e parlando della sua vicenda, riceve la notizia di essere stato nominato nel CdA di Trenord.
LA RECENSIONE DEL LIBRO:
Puoi leggere e commentare qui la nostra recensione di #disobbediente! Essere onesti è la vera rivoluzione.