Una passeggiata nella Costituzione: # 3
Abbiamo già visto in un precedente report le caratteristiche delle Costituzioni e indicato quelle della Costituzione italiana.
Vediamole ora in modo dettagliato e aggiungiamone altre.
Queste sono le caratteristiche formali:
A queste vanno aggiunte quelle di carattere sostanziale. In particolare: la natura compromissoria del testo uscito dai lavori della Costituente e la portata innovativa della nostra Costituzione.
“Compromesso” è un termine che nel tempo ha acquisito un significato negativo. La sua accezione in questo caso è però: “accordo raggiunto con reciproche concessioni”. La Costituzione è un patto che riguarda tutti i cittadini e le cittadine. Ognuno di noi è unico, ma siamo, allo stesso tempo, tutti uguali. Trovare un patto che possa valere per tutti, rispettando le differenze e l’unicità di ciascuno, è l’alto compito che il Parlamento è chiamato a svolgere. Questo vale sempre, anche se la politica italiana non sembra ricordarselo, ma fu sicuramente ciò che mosse coloro che scrissero la Costituzione italiana.
Si usciva da due guerre, quella mondiale e quella civile, e da una dittatura che aveva accentrato il potere mettendo fuori legge i partiti, sostituendo la Camera dei deputati, eletta, con la Camera dei fasci e delle corporazioni, amministrando i comuni con i podestà di nomina governativa anziché con i sindaci e le giunte comunali, imponendo la censura e istituendo tribunali speciali.
Durante la Resistenza erano nati nuovi partiti e si erano rinnovati i grandi parti di massa, nati alla fine dell’Ottocento. Si erano alleati nel Comitato di liberazione nazionale (CLN). Questi partiti avevano anime molto diverse, ma si erano uniti ed erano accomunati dall’obiettivo di riportare la democrazia in Italia. A loro fu dato l’incarico di scrivere la Costituzione.
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L’assemblea costituente
Votata il 2 giugno 1946 insieme al referendum monarchia/repubblica, era composta da 556 membri che si organizzarono in 12 gruppi parlamentari. Ideologicamente, l’assemblea aveva tre anime: quella liberale, quella socialista e quella cattolica. Il risultato dei lavori, la stesura della carta costituzionale, rappresenta un alto esempio di compromesso tra le diverse ideologie.
Si vede l’impronta liberale nell’equilibrio tra i poteri e nell’indipendenza della magistratura, nell’attenzione alle garanzie delle libertà individuali, in particolare quella di stampa; l’anima socialista ha fatto includere nella Costituzione il diritto al lavoro e il sostegno alle classi più deboli; quella cattolica ha apportato ulteriori elementi di solidarietà e di autonomia, ma anche alla formulazione della famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio” e all’inclusione dei Patti lateranensi, impedendo alla Carta, e quindi alla Repubblica, di essere compiutamente laica.
Le tre anime sono molto evidenti nel modo di indicare le persone alle quali la Costituzione è destinata, oggetto di vivaci dibattiti in Assemblea, come vedremo in un altro report. Nel testo originale del 1947 la parola “popolo” compare 4 volte, “cittadini/e” 31 volte e “lavoratore/trice” 9 volte.
Si è trattato, come si vede, di un “compromesso costituzionale“, cioè del risultato di un processo per raggiungere un equilibrio tra posizioni diverse che potesse rappresentare tutti. Vedremo in che modo nei report che presenteranno alcuni articoli della Costituzione.
Un’altra caratteristica della Costituzione è la sua natura innovativa. Con la sua insistenza sull’inclusione, l’uguaglianza e la dignità di tutte le persone, la Costituzione supera la logica della discriminazione che aveva permeato la società fino a quel momento.
Bene la illustra l’ex magistrato Gherardo Colombo in questo suo intervento, registrato nel maggio del 2018 in occasione di un incontro alla Casa delle memoria di Milano.
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