Ma quanto è facile la Costituzione italiana!

Una passeggiata nella Costituzione: # 1

Dall’inizio della crisi del Covid19 la Costituzione italiana è sulla bocca di tutti. In effetti è uno scritto che tutti dovremmo conoscere. Anche per vigilare che sia osservata e per sapere di che cosa stiamo parlando.

Ma il testo è davvero alla portata di chiunque?

Sembrerebbe davvero di sì. Vediamone alcune caratteristiche.

La lunghezza

Il testo originale della Costituzione (quella entrata in vigore il 1° gennaio del 1948) era costituito da 9.396 parole. Non molte per una costituzione classificata come “lunga”. Tra quelle europee, una delle più brevi, quasi al pari con quella francese promulgata nel 1958, che è costituita da 10.180 parole. Quella spagnola ne ha 17.600, quella irlandese 16.000. Ancora più corpose quelle vigenti in Grecia (27.000) e in Portogallo (circa 35.000).

Qui sotto il link per leggere e scaricare il testo originale del 1948:

Nonostante le aggiunte e le modifiche, in particolare quella al Titolo V del 2001, sulle autonomie locali, la Costituzione rimane un testo che si può leggere in poche ore.

Il linguaggio

Molte delle parole usate nella Costituzione italiana, ovviamente, si ripetono. Le parole più frequenti sono (non c’è da stupirsi) legge/leggi e Repubblica. Si tratta in tutto, secondo il linguista Tullio De Mauro che esaminò il testo originale del 1948 in termini di leggibilità, di 1.357 termini (tecnicamente detti “lemmi”) dei quali ben “1.002  appartengono al vocabolario di base italiano”, cioè quel bagaglio di circa 7.500 parole che usiamo tutti più frequentemente. Solo 355 lemmi sono meno comuni, cioè appartengono al lessico non di base.

Grazie a Licia Corbolante per l’immagine dal suo blog Terminologia etc.

Quelli di base sono usati più frequentemente, per cui, calcola De Mauro, “solo il 7,8 per cento della Costituzione è costruito con vocaboli non di base”.

Molto pochi sono quelli tecnici, provenienti dal linguaggio giuridico, detti “verba iuris” (le parole della legge).  Sono inevitabili perché la precisione è importante. Un referendum “si indice” e il Presidente della Repubblica una legge la “promulga”: non si scappa. Ma sono davvero pochi. Per questo ho potuto facilmente preparare un set di flashcard con le loro definizioni che si trova nella classe “Essere cittadini”.

Tuttavia, il numero di parole totale e la scelta dei termini non bastano per rendere facilmente leggibile un testo. Contano anche la struttura e il numero di parole di ciascuna frase. 

La struttura delle frasi

La struttura delle frasi della Costituzione è molto lineare: soggetto-verbo-complementi e, molto spesso, soggetto+verbo essere+nome del predicato.

Alcuni esempi:

Art. 33: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione… 

Art. 39: L’organizzazione sindacale è libera.

Alcuni articoli sono costituiti da un solo periodo, ad esempio:

Art. 6: La Repubblica tutela con apposite norme le minoranza linguistiche.

Altri sono costituiti da più periodi. Il termine giuridico è “comma”, cioè ogni parte di un articolo di legge che comincia andando a capo. Per esempio, l’Art. 1 è costituito da due commi:

Primo comma: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Secondo comma: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. 

Molti commi sono costituiti da una sola proposizione principale. Ad esempio:

Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica.

In alcuni (non molti) casi, alla proposizione principale segue una proposizione subordinata. Nell’esempio che segue si tratta di una relativa.

Art. 58, secondo comma: Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno. 

Tra i modi finiti (cioè quelli che si coniugano) del verbo (indicativo, condizionale, congiuntivo, imperativo) prevale nettamente l’indicativo, che è il modo della realtà.

Il congiuntivo è usato solo 26 volte, reso necessario da una congiunzione, come purché o finché.

Tra i tempi prevale il presente, però “atemporale”. Un presente “senza tempo” che con il presente vero e proprio non ha molto a che fare. Lo si usa per indicare un’azione “sempre vera”: ieri, oggi, domani. Si usa infatti negli enunciati scientifici, come, ad esempio, “Due corpi elettrizzati si attraggono o si respingono a seconda della natura della loro carica elettrica”. 

I verbi al presente indicativo nella Costituzione sono tutti usati in questo modo. Questo le conferisce un tono assertivo e solenne, pur nella semplicità.

Le formule più frequenti sono:

Tutti hanno diritto di…

La legge determina…

A proposito di verbi, salta all’occhio che la Costituzione utilizza principalmente verbi di connotazione positiva:

“garantisce, riconosce, tutela, favorisce, assicura, agevola, protegge, cura, provvede, incoraggia…”.

Quando i verbi hanno connotazione negativa sono usati per trasmettere un messaggio comunque positivo: “rimuove gli ostacoli” ,“ripudia la guerra”.  

La Costituzione prevede una punizione solo nell’Art. 13, dove dice:

“E’ punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”.

Il messaggio è sempre molto diretto, con i verbi in forma attiva. Poche le costruzioni passive, per mettere in primo piano l’oggetto dell’azione. Una strategia usata, per esempio, nell’Articolo 60:

La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni.

La lunghezza delle frasi

Per quanto riguarda la lunghezza delle frasi, la Costituzione originale, quella del 1949, era davvero leggibilissima. De Mauro calcolò un numero medio di parole per frase inferiore a 20. Un modo di esprimersi molto sintetico, quindi. E molto lontano da quello delle leggi italiane emanate successivamente, che sono probabilmente riuscite ad aggiudicarsi il record mondiale.

Ci dice Gianrico Carofiglio nel suo Con parole precise. Breviario di scrittura civile (Laterza, 2015) che lo scovò il giurista Michele Ainis. Si tratta dell’art.1 della Legge 662/1996, comicamente intitolataMisure di razionalizzazione della finanza pubblica“. E’ costituito (il solo primo articolo!) da 23.510 parole e da 59 commi, numerati nel testo per una più agevole lettura ;).

In conclusione:

Il giudizio sulla leggibilità della Costituzione è quindi positivo. E’ davvero alla portata di tutti.

Non lo era, purtroppo, nel 1948, quando il 60 per cento della popolazione era analfabeta. Per fortuna, ci dice De Mauro, “il gran lavoro, nascosto e a volte vilipeso della scuola italiana, ha eroso e poi compresso questa percentuale e la ha ridotta a pochi punti percentuali”. In effetti, nel censimento del 2011, solo l’1,1 per cento dei cittadini italiani si è dichiarato analfabeta. 

Non ci sono scuse, quindi. La Costituzione va letta e capita. 

Vista la facilità di lettura, incominciamo con questo report non un viaggio, ma una passeggiata in un testo fondamentale per nostra vita di cittadini. Ne vedremo le caratteristiche che confronteremo con quelle di altre Carte, ci addentreremo nel processo della sua nascita, andremo in giro per la sua struttura, osserveremo quante volte è stata modificata e perché, faremo due (o meglio 12) passi osservando da vicino i suoi Principi fondamentali, e infine, inforcato il binocolo, esamineremo da vicino alcuni dei suoi articoli, non dimenticandoci di osservare quanto tempo ci sia a volte voluto per mettere in pratica alcuni dei suoi principi.

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